La Terapia Cognitivo Comportamentale

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Evento

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Interpretazione

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Emozione

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Azione

Che cos’è la terapia cognitivo comportamentale?

 

La psicoterapia cognitivo comportamentale (TCC) o in inglese Cognitive Behavioural Therapy (CBT) è uno specifico orientamento della psicoterapia.

 

La terapia cognitiva indaga i processi di pensiero, quella comportamentale agisce sui comportamenti che causano dei problemi, al fine di trovare comportamenti più funzionali.

 

L’approccio sostiene, infatti, uno stretto rapporto tra pensieri, emozioni e comportamenti. Secondo questa teoria i problemi emotivi e comportamentali sono influenzati dal modo in cui interpretiamo la realtà, ovvero gli eventi influenzano le nostre emozioni, ma i pensieri e i comportamenti sono parte determinante dello stato di disagio, perché ne determinano intensità e durata.

 

Alla base dell’approccio c-c (che porta con sé teorie, metodi e strumenti) vi è una teoria fondata sui principi del comportamento: “così come abbiamo appreso a comportarci in un certo modo, possiamo disapprenderlo”! Spesso non siamo consapevoli che le nostre abitudini sono poco funzionali al nostro benessere e continuiamo ad utilizzarle… la terapia c-c ha lo scopo di individuarle e modificarle.

 

La psicoterapia cognitivo comportamentale prevede che gli obiettivi della terapia siano definiti in modo chiaro, concreto e condiviso tra paziente e terapeuta, concordando un piano di trattamento.E’ necessario che il paziente abbia un ruolo attivo in terapia, collaborando al fine di individuare pensieri, emozioni e comportamenti alla base della condizione psicopatologica. Il lavoro terapeutico viene svolto allo studio del terapeuta, ma continua anche fuori dallo studio, in tal sensoil terapeuta prescriverà al paziente dei “compiti a casa” o homework, allo scopo di promuovere e generalizzare modalità di riconoscimento e regolazione delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti acquisiti in seduta.

Perché scegliere la terapia cognitivo comportamentale?

 

La psicoterapia cognitivo comportamentale (TCC) è stata riconosciuta come psicoterapia preferenziale dall’OMS e dalle comunità scientifiche internazionali.

 

Molti studi scientifici hanno dimostrato che è un trattamento efficace e indicato in una serie di situazioni sintomatiche e patologie tra cui:

  • Disturbi d’ansia: attacchi di panico, ansia generalizzata, fobia sociale, ipocondria, fobie specifiche;
  • Disturbi dell’umore unipolari e bipolari;
  • Disturbi del comportamento alimentare (DCA)
  • Disturbo ossessivo-compulsivo
  • Disturbo post-traumatico da stress
  • Dipendenze patologiche
  • Disturbi sessuali
  • Insonnia e disturbi del sonno
  • Disturbi della personalità
  • Schizofrenia e psicosi (in associazione alla terapia farmacologica)

 

Origini della terapia cognitivo comportamentale

 

La terapia cognitivo comportamentale nasce e si sviluppa negli Stati Uniti intorno agli anni sessanta, con almeno due padri fondatori: Albert Ellis e Aaron T. Beck.

 

Il primo,fondatore di un nuovo approccio che chiamò Rational-Emotive Behaviour Therapy (REBT) sosteneva che la sofferenza mentale deriva da credenze e valutazioni automatiche della mente sugli eventi (per es., “non deve/può succedere”, “non posso sopportarlo”, “sarà terribile”), che il soggetto si auto-infligge. Alla fine degli anni ’60 appare in scena Aaron Beck, “psicoterapeuta cognitivo”, che sostenne il collegamento tra pensieri, emozioni e comportamenti.Secondo lo studioso la stessa situazione può far scaturire emozioni differenti, in individui differenti o anche nello stesso individuo, a seconda del significato (interpretazione o valutazione cognitiva) che le viene attribuito.

 

Nel corso degli anni, la psicoterapia cognitivo comportamentale si è arricchita e oggi è decisamente non riducibile alla terapia cognitiva standard né alla REBT. All’interno della famiglia delle terapie cognitivo comportamentali, ritroviamo diversi modelli diversificati di terapia, tra cui per esempio la terapia metacognitiva,la Acceptance Commitment Therapy (ACT), la Mindfulness, la terapia dialettico-comportamentale, la prospettiva cognitivo-evoluzionista di Giovanni Liotti, la Schema Therapy di Young, etc.

 

In particolare negli ultimi anni si è assistito alla nascita di nuove terapie che hanno spostato l’attenzione dai contenuti ai processi mentali, dagli interventi concettuali a quelli meditativi ed esperienziali. Centrale diventa l’accettazione, che sta prevalendo sul paradigma precedente, che poneva al centro la conoscenza. La validazione emotiva ha svolto un ruolo intermedio, un interregno sentimentale tra la logica occidentale del comprendere che dominava un tempo e la nuova attitudine orientale dell’accettare e del non giudicare.